Pasqua: luce, rinascita e l’avvento della bella stagione

Sia nelle tradizioni religiose di stampo cristiano che nei riti pagani di passaggio dall’inverno alla primavera con la Pasqua si festeggia la rinascita della vita e la transizione dal buio alla luce.

Quest’ultima assume dunque un doppio significato, metaforico e letterale, rappresentando sia l’illuminazione divina portata dal Cristo all’umanità attraverso la sua morte e risurrezione, sia il periodo dell’equinozio che inaugura la bella stagione.
Non è un caso che secondo la maggior parte delle tradizioni contadine era abitudine utilizzare il fuoco di grandi falò, realizzati con i rami di scarto delle potature, per segnare con maggiore enfasi questo importante momento dell’anno. La stessa cerimonia religiosa della Pasqua viene chiamata “Festa della luce” ed è dominata dall’utilizzo di candele e ceri votivi.

Riguardo al tema della rinascita della vita la religione cristiana celebra nella sua festività più importante la vittoria del Cristo sulla morte. Tutta la settimana Santa è dedicata a ripercorrere le ultime tappe terrene della vita di Gesù, con il giovedì Santo che celebra l’istituzione dell’Eucarestia, il venerdì Santo in cui si ricordano nel corso della Via Crucis la passione e morte del Redentore, e la domenica in cui si festeggia la sua resurrezione.

Rinascita significa però anche risveglio della natura dopo il lungo inverno e le tradizioni pagane che sono arrivate a noi conservano ancora qualche traccia remota di miti e usanze arcaiche.
Lo scambio delle uova, simbolo di fertilità, i colori chiari, il giallo su tutti, che richiamano i fiori di stagione, ma anche l’utilizzo del coniglio come animale simbolico, sostituito nei paesi cristiani dall’agnello, sono tutte testimonianze di significati che affondano le radici in ritualità oggi quasi del tutto scomparse.

Qualche traccia di queste antiche tradizioni pagane è ancora presente soprattutto nei Paesi nordeuropei in cui anticamente veniva festeggiata, in questo periodo, la dea Eastre che aveva come suo avatar terreno proprio il coniglio.
Oggi però accade che la festa abbia perso molte delle sue connotazioni religiose o ritualistiche, queste infatti hanno tristemente lasciato il posto a consuetudini consumistiche tutt’altro che metafisiche.

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