Gli imprenditori balneari dell’Adriatico in protesta

Si è tenuta lunedì 28 febbraio a Pescara la protesta pacifica indetta da Fiba-Confesercenti e Sib-Confcommercio degli imprenditori balneari dell’Adriatico. Sono arrivati da Marche, Emilia Romagna, Abruzzo e Molise per manifestare per il salvataggio delle concessioni demaniali.

Gli imprenditori balneari hanno bloccato il traffico della città per protestare contro la Bolkestein, la direttiva europea che ha come scopo la regolamentazione dei servizi nel mercato interno. Nell’applicazione della suddetta direttiva il Governo italiano ha scelto, secondo gli imprenditori balneari, di non tutelare gli stabilimenti come “tipicità italiana” come ha fatto, invece, per altre categorie (rifugi, commercianti ambulanti…).

Secondo gli imprenditori balneari quella del Governo italiano è una strategia: «Qui c’è un tentativo palese di affidare le spiagge al grande capitale finanziario e alla grande distribuzione. Noi, invece, siamo fra i simboli del made in Italy nel turismo e l’ultimo argine contro le infiltrazioni malavitose e i tentativi di riciclaggio», ha detto Riccardo Padovano di Sib-Confcommercio. Erano 250 veicoli i veicoli presenti, muniti di sdraio, ombrelloni, pattini, attrezzature da spiaggia e bandiere: va aggiunto anche Fiba-Confesercenti e Sib-Confcommercio riuniscono circa il 90% degli imprenditori del settore. «Il Governo ha deciso di svendere le spiagge italiane ai colossi internazionali, uccidendo la tipicità italiana e il lavoro di 28 mila aziende sane» ha detto Antonio La Torre, presidente di Fiba-Confesercenti a cui ha fatto eco la dichiarazione di Riccardo Padovano di Sib-Confcommercio: «Le piccole e medie imprese balneari sono l’ultimo argine contro il grande capitale finanziario e contro la penetrazione della malavita».

Dalla manifestazione di ieri è nato una sorta di coordinamento dei balneatori dell’Adriatico che vuole porsi come forza propulsiva nei confronti della politica per poter fare proposte concrete.

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